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AMICI MIEI
AMICI MIEI
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Nel 1975, cinque inseparabili amici fiorentini sulla cinquantina affrontano i loro disagi sfogandosi con scherzi a danno di malcapitati.
Il conte Raffaello Mascetti è un nobile decaduto, costretto a vivere in assoluta povertà e ad essere mantenuto dagli amici, che per confondere e prendere in giro le persone con cui parla fa spesso uso di giochi di parole senza senso, da lui chiamati "supercazzole". Rambaldo Melandri, unico tra i protagonisti a non essere mai stato sposato, è un architetto impiegato al comune alla perenne ricerca di una donna, che per amore sarebbe anche disposto ad abbandonare i suoi amici, salvo ravvedersi all'ultimo momento. Giorgio Perozzi è un giornalista e redattore capo di cronaca che cerca di sfuggire la disapprovazione per la sua poca serietà e per le sue avventure extraconiugali da parte dei familiari. Guido Necchi gestisce con la moglie Carmen un bar-ristorante con sala da biliardo, luogo d'incontro del gruppo di amici. Ai quattro, amici fin dai tempi della scuola, si è aggiunto in un secondo tempo il professor Alfeo Sassaroli, brillante e famoso medico direttore di una clinica in collina a Pescia, annoiato dalla professione, che è diventato in breve tempo uno dei pilastri del gruppo.
All'inizio del film il redattore Perozzi esce dal lavoro all'alba e dichiara di non avere nessuna voglia di andare a casa a dormire, desiderando invece scappare via con i suoi migliori amici in occasione di una giornata che non ci sarebbe mai più stata: con loro ha intenzione di partire su due piedi per una delle loro "zingarate", ossia una fuga dalle loro grigie realtà per stare in compagnia a scherzare. Il gruppo quindi si riunisce per partire tutti insieme.
Il Perozzi stesso racconta qualcosa di sé: è separato dalla moglie Laura, stufa dei suoi lazzi, ed è in pessimi rapporti con il figlio Luciano, un ragazzo intelligente, serioso e distaccato che assomiglia in tutto e per tutto alla madre e non esita ad attaccare il padre per la sua poca maturità.
Il Sassaroli incontra per la prima volta gli altri quattro quando essi finiscono ricoverati nella sua clinica, gravemente feriti in un incidente durante una delle loro zingarate. I quattro amici trasformano la loro degenza in un periodo di caos e il professore si dimostra immediatamente degno del loro stile, sottoponendoli a cure fastidiose e dolorose. Offuscato dal dolore, il Melandri si innamora di una donna che inizialmente scambia per la Madonna e poi scopre che esiste davvero incontrandola di nuovo nel reparto di psichiatria; si tratta di Donatella, la moglie del Sassaroli, il quale, dopo che l'architetto gli ha detto in tutta sincerità di essersene innamorato, non esita a cedergliela, obbligandolo però a prendere con sé anche le due figlie, l'enorme ed esigente cane Birillo e la severa governante tedesca, tutti molto legati tra loro reciprocamente. I due uomini si accordano perché il Sassaroli venga a visitare moglie e figlie di tanto in tanto. Dopo un lungo periodo senza contatti con gli amici, il Melandri confessa loro di non essere in buoni rapporti con il Sassaroli, in quanto sia il dottore che Donatella non perdono occasione per lamentarsi dello stile di vita umile dell'architetto. Il Melandri invita tutti ad una cena a casa propria, occasione di cui gli amici approfittano per vendicarsi con lui della sua fuga e convincerlo a lasciare Donatella. Per sfogarsi vanno tutti e cinque alla stazione di Santa Maria Novella ad inscenare la loro zingarata più famosa: schiaffeggiare i passeggeri affacciati ai finestrini dei treni in partenza. Dopo questo episodio, il Sassaroli entra stabilmente nel gruppo.
In un'altra famosa zingarata, i cinque si presentano in un paesello fingendo di essere ingegneri e geometri che eseguono misurazioni per abbattere gli edifici e costruire un'autostrada, lasciando la popolazione nel panico.
Il conte Mascetti ha effettivamente origini nobili, ma ha scialacquato tutte le immense ricchezze sue e della moglie Alice; tirando avanti solamente con la vendita di enciclopedie e con gli aiuti degli amici, ha mandato moglie e figlia a vivere a Gavinana, sulle spalle di un conoscente, e per un periodo è stato ospitato prima dal Necchi e poi dal Perozzi, fino a quando gli amici hanno trovato una casa per lui e per la sua famiglia in uno squallido scantinato, di cui gli pagano i due terzi dell'affitto. Dopo il ricovero in ospedale dal Sassaroli, il Mascetti finisce per vendere la sua ingessatura ad un ortolano, in cambio di tre quintali di patate e di una vecchia e malconcia automobile. È un uomo orgoglioso delle sue origini nobili, che accetta sempre i favori ma mai le elemosine, e solo i suoi amici sanno come trattare questa differenza. Il Mascetti ha da alcuni mesi una relazione extraconiugale con la Titti, studentessa adolescente figlia di un colonnello in pensione, della quale è pazzo di gelosia: dal momento che lei si rende spesso irrintracciabile, lui si convince che lo stia tradendo, la pedina e alla fine la scopre in un albergo a letto con un'altra ragazza.
Il Necchi viene presentato come un personaggio molto brillante nell'inventare scherzi, ad esempio quando il gruppo si auto-invita ad una festa in una lussuosa villa senza conoscere nessuno ed il Necchi stesso defeca nel vasino del bambino figlio dei proprietari della casa, spaventando la governante, venuta in un secondo momento a controllare. È proprio da un'idea del Necchi che nasce lo scherzo più elaborato e sadico del gruppo, che assolda un anziano e goloso pensionato che il barista ha identificato tra i suoi clienti, il signor Nicolò Righi, fingendo di essere una banda di spacciatori in lotta con i marsigliesi, un clan rivale, che ha bisogno di un basista. Il Righi viene quindi sballottato per la provincia, incappucciato e spaventato, con la promessa di guadagnare facilmente milioni di lire, che mai arrivano. Ad intervenire è infine Carmen, la moglie del Necchi, che minaccia di spifferare tutto al Righi se il marito non smetterà di assentarsi dal lavoro; proprio in questa circostanza viene rivelato un dramma che il Necchi cela dentro di sé, ovvero il fatto che lui e Carmen hanno perso il proprio figlio anni prima. I cinque concludono lo scherzo fingendo di affrontare un regolamento di conti con i marsigliesi in un cantiere abbandonato, in cui il Sassaroli, nel ruolo del boss, finge di venire ucciso, e dopo lo scontro viene ordinato al Righi di allontanarsi, venendo caricato a forza su un treno per Reggio Calabria.
Terminata la giornata in cui il Perozzi rievoca questi episodi, tutti decidono di tornare a casa a dormire, ma il Perozzi, appena andato a letto, viene colpito da un infarto e muore sotto gli occhi degli amici, nell'indifferenza della moglie e del figlio, ma anche in punto di morte è pronto a beffare il prete giunto per l'estrema unzione, pronunciando una supercazzola come confessione. Durante il suo funerale sopraggiunge il Righi, perplesso nel vedere il Sassaroli vivo e vegeto (gli viene detto che esso avrebbe "sette vite, come i gatti"), e viene convinto che il defunto sia stato eliminato per tradimento dagli altri, che crede ancora essere dei malavitosi: i quattro sghignazzano tra le lacrime durante il corteo funebre.
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