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I SETTE SAMURAI EDIZIONE SPECIALE A TIRATURA LIMITATA
I SETTE SAMURAI EDIZIONE SPECIALE A TIRATURA LIMITATA
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Il film, ambientato nel Giappone della fine del XVI secolo (più precisamente nel periodo a cavallo tra il 1587 e l'anno successivo), racconta la storia di un pugno di disperati contadini di un villaggio in cerca di una difesa contro la prossima incursione da parte di un gruppo di predoni affamati. L'anziano del villaggio suggerisce ai contadini di cercare aiuto tra i samurai senza padrone (Rōnin). Vengono quindi inviati dei contadini, guidati dal giovane Rikichi e dallo zimbello del villaggio, Yohei, per assoldare i guerrieri. La ricerca si presenta subito come un'ardua impresa: nessun guerriero offrirebbe aiuto a dei poveri contadini incapaci di ricompensare le loro gesta con gloria e denaro. Un giorno però il gruppo assiste all'ultima impresa di Kambei Shimada, un ronin esperto e astuto, e la disperazione dei contadini lo convince ad aiutarli. Kambei ritiene però sia necessario assoldare altri sei samurai per la difesa del villaggio, in quanto l'impresa sarebbe impossibile per un solo uomo. Vengono presto assoldati cinque samurai: Shichirōji, vecchio braccio destro di Kambei ritiratosi dopo la loro ultima battaglia; Gorobei, abile arciere e stratega; Kyūzō, silenzioso ma letale guerriero; Heihachi, amico di Gorobei non altrettanto abile ma simpatico; e infine il giovane aspirante samurai Katsushirō, che aveva chiesto a Kambei di poter diventare suo discepolo. Nel gruppo prova inoltre a entrare Kikuchiyo, un uomo rozzo che finge di essere un potente guerriero, ma che viene presto smascherato e deriso; invidioso, deciderà comunque di seguirli.
Arrivati al villaggio, Kambei convince i contadini ad allenarsi per aiutarli a fronteggiare la minaccia dei predoni. Inizialmente difficile, il periodo di convivenza e allenamento fra contadini e samurai diventa presto pacifico: lo stesso Kikuchiyo, inizialmente scontroso, finirà presto per essere accettato nel gruppo e a farsi amare dai contadini. Spiccano in particolare alcuni rapporti, come quello autoritario fra Kikuchiyo e il pauroso Yohei, l'amicizia fra Heihachi e Rikichi e la tormentata storia romantica fra Katsushirō e la bella Shino, osteggiati dal padre di lei Manzo; questi, prima dell'arrivo al villaggio dei samurai, le aveva tagliato i capelli costringendola a fingersi uomo, per timore che potesse interessare ai nuovi arrivati.
Kambei ordina agli abitanti del villaggio di abbandonare le poche case oltre il fiume, poiché indifendibili: tra queste vi è tuttavia la casa dell'anziano del villaggio, che rifiuta di abbandonare la dimora, costringendo i famigliari a restare con lui. Scoperti i cavalli di tre predoni giunti a fare un sopralluogo, i samurai uccidono due di loro e catturano il terzo, interrogandolo prima che venga anch'egli ucciso dagli abitanti del villaggio. Grazie alle informazioni ottenute, Kikuchiyo, Kyūzō e Heihachi decidono di andare a colpire direttamente il covo dei predoni, facendosi guidare da Rikichi. Arrivati, i guerrieri rubano uno dei fucili, liberano le donne prigioniere e danno fuoco al dormitorio dei banditi. Mentre si preparano alla fuga, Rikichi nota una donna che, dopo avergli sorriso, si butta nelle fiamme. Rikichi si butta a terra piangente: la donna era infatti sua moglie, rapita in precedenza dai predoni. Heihachi lo incita ad andare via, ma in quel momento viene inaspettatamente colpito a morte da un colpo di fucile, sotto gli occhi stupefatti degli amici. Riportato il corpo al villaggio, il guerriero viene seppellito nella collina destinata ai morti in battaglia, sotto le lacrime dell'intero villaggio, di Rikichi e dei compagni. Improvvisamente Kikuchiyo, preso dalla rabbia, va nella tenda dei samurai e, presa la bandiera che lo stesso Heihachi aveva creato, la pianta sulla collina giurando vendetta contro i predoni. Giungono i briganti, che danno fuoco alle abitazioni oltre il fiume. Della famiglia dell'anziano capovillaggio sopravvive solo un suo nipote neonato, portato in salvo da Kikuchiyo, che in questo modo rivede le sue tristi origini, quando la famiglia fu uccisa.
Il giorno dopo ha inizio la battaglia: difendendosi strenuamente e valorosamente, i contadini e i samurai riescono a scacciare i predoni, che si accampano poco oltre il villaggio. La sera, Kambei capisce come sia ormai indispensabile prendere almeno un altro dei fucili, armi troppo potenti; ad andare è Kyūzō, che grazie alle sue abilità riesce presto a tornare con una delle armi (e dichiarando di aver ucciso due dei predoni), ricevendo la stima di Katsushirō. Il secondo giorno, Kambei opta per una nuova strategia: un gruppo attaccherà alle spalle i predoni, costringendoli a entrare in gruppi di due nel villaggio, dove saranno trucidati da un secondo gruppo. La strategia riesce, ma a costo di molte perdite, tra cui quella di Yohei, morto fra le braccia di Kikuchiyo mentre adempiva al suo dovere, e quella di Gorobei, morto nella ritirata dei predoni. Quella notte, mentre si piangono i morti, Kambei confida agli altri che probabilmente il giorno successivo sarà quello decisivo.
Nel piovoso giorno seguente, i contadini e i cinque samurai rimasti riescono presto ad avere la meglio sui predoni. Non viene però trovato da nessuna parte il loro capo, possessore dell'ultimo dei fucili. Mentre lo cercano nel centro del villaggio, Kyūzō viene ucciso da un colpo di fucile, sparato dalla capanna delle donne. Furente per la morte del valoroso guerriero, Kikuchiyo entra nella capanna, ma viene subito colpito da un altro colpo sparato dal capo dei briganti. Deciso a non mollare, il coraggioso guerriero trafigge a morte il bandito, per poi crollare a terra.
Nei giorni successivi, il villaggio torna presto alla vita quotidiana, potendo vivere finalmente in pace. I tre superstiti fra i samurai, Kambei, Katsushirō, e Shichirōji, assistono ai festeggiamenti degli abitanti del villaggio con l'animo rattristato per la perdita dei compagni. Si recano poi presso le tombe dei loro quattro compagni e Katsushirō incrocia Shino; dopo che i due i scambiano uno sguardo, la donna raggiunge le altre contadine nei campi. Poi, Kambei, rivolgendosi a Shichirōji, esprime con tristezza il fatto che i vincitori siano i contadini e non i samurai; dopo queste parole, i due si voltano un'ultima volta verso le sepolture per rendere omaggio ai compagni morti in battaglia.
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