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IL LABIRINTO DEL FAUNO

IL LABIRINTO DEL FAUNO

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Spagna, 1944. La guerra civile si è conclusa da tempo, con Francisco Franco che ha preso saldamente il pieno potere. In una zona montuosa ci sono però ancora dei ribelli che non si arrendono al nuovo regime[7]: l'avamposto deputato è sotto il comando dello spietato capitano Vidal che ha chiamato a sé la moglie Carmen, perché vuole che partorisca presso di lui. Quest'ultima, che patisce il lungo viaggio, porta con sé la figlia Ofelia, nata dal primo matrimonio.

In questo contesto di tensione, con la madre sofferente e un patrigno ostile, la ragazza sfrutta la sua immaginazione e si rifugia in un mondo incantato popolato da personaggi fantastici protagonisti dei suoi libri preferiti. Una notte, accompagnata da delle fate, Ofelia si addentra in un labirinto situato presso la casa in cui risiede, incontrandovi un Fauno: la creatura le spiega che lei è la reincarnazione della principessa Moanna, figlia del Re del mondo sotterraneo, la quale scomparve tempo addietro quando giunse nel mondo degli umani: la bambina potrà ritornare nel mondo sotterraneo solo superando tre prove, le cui istruzioni compariranno man mano su un libro magico. Ofelia dubita delle parole del Fauno, sostenendo di essere figlia di un sarto morto in guerra, ma la creatura afferma che la sua vera appartenenza è dimostrata da una voglia a forma di falce di luna presente sulla sua spalla sinistra. Inoltre le rivela che suo padre fece costruire portali magici in tutto il mondo affinché la ragazzina potesse ritrovare la strada di casa, e che il labirinto in cui si trovano è l'ultimo rimasto.

La bambina scopre che la governante Mercedes appoggia segretamente i ribelli, tra i quali vi è il fratello Pedro, ma non la denuncia e ne diventa anzi grande amica. Mentre la lotta fra Vidal e i ribelli prosegue, Ofelia affronta la prima prova che consiste nel recarsi su una collina del bosco dove sorge un imponente e antico albero, gravemente malato a causa di un grosso rospo velenoso che ha fatto il nido tra le sue radici: la ragazzina deve fargli mangiare tre pietre di ambra magica per ottenere una chiave che si trova nel suo ventre, necessaria alla seconda prova. Con uno stratagemma, Ofelia inganna il rospo facendogli ingoiare le pietre e recupera la chiave.

Intanto la salute di Carmen si aggrava: il Fauno quindi dona alla bambina una mandragora, che Ofelia tiene sotto il suo letto in una ciotola di latte nutrendola ogni giorno con il proprio sangue e grazie alla quale la salute della donna migliora. La notte dopo, alla ragazzina viene affidata la seconda prova: usare un gessetto magico per aprire una porta che dalla sua camera la conduca nelle segrete dell'Uomo Pallido (un essere umanoide apparentemente cieco e immobile, divoratore di bambini) e recuperare il suo pugnale. Accompagnata da tre fate, Ofelia trova il mostro seduto a una tavola sontuosamente imbandita, recupera il pugnale ma contro l'ordine del Fauno di non cibarsi di nulla, assaggia due chicchi d'uva sulla tavola: l'Uomo Pallido si sveglia, afferra i suoi occhi da un piattino, li infila nelle cavità sui palmi delle sue mani, dopodiché afferra e divora due delle tre fate dopo averle orribilmente decapitate e si lancia all'inseguimento di Ofelia, che all'ultimo momento riesce a scappare disegnando un'altra porta sul soffitto. La notte successiva quest'ultima confessa al Fauno di non aver rispettato il suo ordine, e lui la rimprovera duramente rifiutandosi di rivelarle la terza prova.

Quella stessa sera Vidal scopre la mandragora sotto il letto di Carmen, sgrida aspramente Ofelia e consegna la radice alla donna, che la butta nel fuoco: dopo ciò, la salute di Carmen precipita fino alla morte per parto, dando alla luce un maschio, e lasciando come unico conforto a Ofelia la compagnia di Mercedes, con la quale sviluppa un rapporto madre-figlia. Vidal uccide il dottor Ferreiro quando scopre che aiuta segretamente i ribelli, e sta per fare lo stesso con la governante, ma quest'ultima riesce a liberarsi e lo pugnala più volte al busto e al volto, senza tuttavia eliminarlo. Mercedes scappa e si rifugia dai ribelli.

Ofelia viene rinchiusa in camera dove incontra nuovamente il Fauno, che le concede un'altra opportunità: l'ultima prova consiste nel recuperare il fratellastro neonato e portarlo al labirinto il più presto possibile. Grazie a un altro gessetto magico, la bambina riesce a scappare ma si rifiuta di obbedire all'ultima prova, cioè sacrificare il sangue di una creatura innocente, inteso il neonato. Vidal insegue Ofelia nel labirinto e quando la trova la vede intenta a parlare da sola (si capisce quindi che il mondo fantastico interconnesso con quello reale è frutto della fervida immaginazione della bambina). Egli riprende il piccolo e poi le spara senza alcuna pietà. All’uscita del labirinto, però, l'uomo viene giustiziato dai ribelli (che hanno conquistato la zona) mentre il bambino viene accolto da Mercedes, la quale dichiara che il piccolo non saprà mai di chi è figlio, per risparmiargli le atrocità commesse dal padre.

Nel frattempo, Ofelia muore per lo sparo e il suo sangue cola sulle pietre del labirinto, aprendo così la via verso il fantastico mondo sotterraneo dove viene acclamata dai suoi genitori e i sudditi. Il padre le rivela che è proprio scegliendo di non sacrificare il fratello che la bambina, con il suo sangue altrettanto innocente, ha potuto superare l'ultima prova, la più importante. Compare anche il Fauno insieme alle fate, elogiando anch'egli la scelta di Ofelia. Contemporaneamente a questa riunione, Mercedes trova quest'ultima e, stringendola a sé, le canta un'ultima ninna nanna. Sull'albero oggetto della prima prova della protagonista sboccia un nuovo fiore, vicino al quale si posa l'insetto-fata.

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