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IL SIGNORE DEGLI ANELLI IL RITORNO DEL RE

IL SIGNORE DEGLI ANELLI IL RITORNO DEL RE

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Due hobbit, Sméagol e Déagol, stanno pescando. All'amo di Déagol abbocca un pesce molto grande che trascina l'hobbit in acqua. Il pesce riesce a scappare, ma l'hobbit è attratto da un bagliore sul fondo, che si rivela essere l'Unico Anello. Quando Déagol torna a riva con l'Anello, Sméagol lo vede, ne desidera fortemente il possesso e glielo chiede come regalo di compleanno, ma Déagol si rifiuta. Nasce così uno scontro che sfocia nella morte di Déagol. Divenuto il Portatore dell'Anello, Sméagol è lentamente consumato e trasformato dal potere oscuro dell'oggetto e, rintanatosi a vivere nelle profondità della terra, diviene in seguito Gollum.

Nel presente, Gandalf, Théoden, Éomer, Aragorn, Gimli e Legolas si recano a Isengard e incontrano Merry e Pipino, i quali narrano loro il trionfo di Barbalbero e degli Ent su Saruman che, ormai a corto di poteri, è rinchiuso nella torre di Orthanc. Subito dopo Pipino trova il Palantír e lo prende, ma Gandalf glielo toglie di mano. Il gruppo torna a Edoras; Pipino, mentre tutti dormono, prende in mano il Palantír, attirando così su di sé l'occhio di Sauron. Fermato in extremis, riferisce a Gandalf quanto ha visto: l'albero bianco di Gondor; lo Stregone Bianco e Pipino, così, partono per Minas Tirith, dove Gandalf cerca di convincere il sovrintendente, Denethor, a prepararsi all'attacco di Sauron, ma questi, sconvolto dalla morte del figlio Boromir, ha perso il lume della ragione. Nel frattempo, Frodo, Sam e Gollum arrivano a Minas Morgul, dove vedono uscire un grande esercito comandato dal Re stregone di Angmar. Mentre salgono le ripide scale di roccia che portano a Cirith Ungol, Gollum fa credere a Frodo, sconvolto dalla fatica e debilitato dall'Anello, che Sam voglia impadronirsi del potente oggetto; Frodo, quindi, dice a Sam di andarsene. Nel frattempo, Aragorn convince re Théoden ad accorrere in aiuto di Gondor; viene, quindi, radunato un esercito di 6000 Rohirrim. Su suggerimento di Elrond, Aragorn, con Gimli e Legolas, attraversa i Sentieri dei Morti, infestati da un antico popolo che avrebbe dovuto aiutare Isildur e che, non avendo mantenuto la promessa, potrà trovare pace solo dopo aver aiutato il suo erede, Aragorn.

Faramir, figlio di Denethor, posto a difesa di Osgiliath, subisce un violento attacco da parte degli orchi comandati da Gothmog e dai Nazgûl, che lo costringono a ritirarsi assieme ai suoi pochi uomini. Tornato a Minas Tirith, il capitano di Gondor è incolpato da suo padre Denethor della perdita di Osgiliath, ed è obbligato a un folle contrattacco per poterla riconquistare. Faramir riesce a salvarsi, ma è gravemente ferito e Denethor, ormai impazzito di dolore, quando vede l'esercito di Sauron in arrivo, decide di suicidarsi insieme al figlio e ordina ai servi di preparare un rogo. Frodo, nel frattempo, entra a Cirith Ungol dove, tradito da Gollum, è assalito da Shelob, un immenso ragno discendente da Ungoliant. Sam, accortosi del tradimento di Gollum, torna indietro ad aiutare l'amico, sconfiggendo Shelob, ma è costretto a prendere l'Anello da Frodo, apparentemente morto. La difesa di Minas Tirith è organizzata da Gandalf, ma la superiorità numerica degli orchi è schiacciante e il cancello della città viene abbattuto. Gandalf, avvertito da Pipino, raggiunge Faramir sulla sommità della cittadella, per salvarlo dalla pazzia di Denethor. Lo stregone riesce a salvare Faramir ma, a seguito della colluttazione, Denethor prende fuoco e si getta dalla rupe che sovrasta la città. Gli orchi, intanto, avanzano all'interno di Minas Tirith, ma all'alba giungono sul campo i cavalieri di Rohan che, con una carica travolgente, sbaragliano le file del nemico. A questo punto, però, arrivano gli enormi olifanti, che creano disordine e scompiglio tra i difensori.

L'arrivo di Aragorn, Legolas, Gimli e l'esercito dei morti, conclude la battaglia a favore di Gondor e Rohan. Théoden, però, resta gravemente ferito nello scontro con il Re stregone che Éowyn, prima della morte dello zio, riesce a uccidere con l'aiuto di Merry. Sconfitto l'esercito di Sauron, Aragorn ha l'idea di marciare verso Mordor, in modo da attirare su di loro l'attenzione di Sauron, distraendolo così da Frodo, il quale può recarsi all'interno del Monte Fato per distruggere l'Anello. Frodo, intanto, ancora vivo dopo l'attacco di Shelob, è catturato dagli orchi, ma, dopo essere stato salvato da Sam, recupera l'Anello e riprende il viaggio con il fedele amico. Arrivati alle pendici del Monte Fato, però, i due hobbit si scontrano nuovamente con Gollum e, mentre Sam combatte, Frodo entra nella voragine del vulcano per gettare l'Anello. Arrivato al momento cruciale, però, l'hobbit cede alla sua corruzione e lo indossa, rivelando così la sua posizione a Sauron, che invia immediatamente i Nazgûl contro di lui. Prima di loro, però, arriva Gollum che, con un morso, strappa il dito con l'Anello a Frodo e, durante la colluttazione che segue, cade nella lava trascinando con sé l'Unico Anello, che così è finalmente distrutto. Barad-dûr, così, crolla, l'esercito di Mordor viene spazzato via e lo spirito di Sauron è sconfitto definitivamente.

Frodo e Sam sono tratti in salvo dalle Aquile, arrivate in loro soccorso grazie a Gandalf, che li portano a Gondor, dove si ricongiungono con il resto della Compagnia. Tempo dopo, a Minas Tirith, si celebrano l'incoronazione di Aragorn come re di Gondor e il suo matrimonio con Arwen, figlia di Elrond. Gli hobbit tornano nella Contea e, pochi anni dopo, Frodo decide di partire insieme a Bilbo, Gandalf e gli ultimi elfi rimasti (tra cui Elrond, Celeborn e Galadriel) verso Valinor, chiudendo così la Terza Era della Terra di Mezzo.

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