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LA 25A ORA

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New York, 2002. Monty Brogan è uno spacciatore di eroina, legato ai più ampi traffici illeciti d'una banda di malavitosi russi capeggiata da "zio" Nikolai. Di modesta estrazione sociale ma dall'ottimo grado d'istruzione, conseguita grazie ad una borsa di studio in un prestigioso istituto cittadino (pur non avendo potuto terminare l'ultimo anno, essendosi fatto espellere per aver spacciato marijuana all'interno dell'istituto), è fidanzato con Naturelle, una ragazza d'origini portoricane, ed i suoi migliori amici sono due suoi ex compagni di scuola: Jacob, un timido ed impacciato insegnante, rampollo d'una ricca famiglia di cui rifiuta l'immensa ricchezza, angustiato dal fatto d'essersi innamorato di una sua studentessa minorenne, e Frank, un cinico e talentuoso agente di borsa, che combatte uno strisciante senso di solitudine con uno stile di vita all'insegna dell'eccesso. Il padre, James, è proprietario di un pub e vigile del fuoco in pensione, che pensa spesso ai colleghi rimasti uccisi nell'attentato alle Torri Gemelle. Monty ha anche un cane, con il quale passeggia per le strade della Grande Mela. Un giorno, a seguito d'una retata della polizia nella sua abitazione, dove gli agenti rinvengono una cospicua cifra di denaro in contanti ed un chilo di eroina occultati nell'imbottitura del proprio divano, Monty viene condannato a sette anni di carcere; l'uomo si appresta quindi a vivere la sua ultima notte di libertà, in compagnia dei suoi amici e della sua fidanzata, i quali però non sanno come affrontare una situazione del genere, difficile anche per loro.

Monty non riesce a capacitarsi della sua condanna e ad assumersi la responsabilità delle proprie colpe, tanto da ossessionarsi all'idea che qualcuno a lui molto vicino, magari la sua stessa compagna, l'abbia potuto denunciare alle autorità; sempre più in preda all'angoscia, davanti allo specchio nel bagno del pub di suo padre su cui qualcuno ha scarabocchiato un turpiloquio, Monty s'abbandona ad un lungo e rabbioso monologo con cui attacca ed insulta tutto e tutti, dagli amici e parenti all'intera città, alla finanza, alla politica ed addirittura ai terroristi islamici, finché non conclude ammettendo d'essere lui l'unico responsabile della propria situazione. Alla fine si tiene la festa d'addio per Monty in una discoteca, in cui questi, a modo suo, si congeda dai suoi cari; ritenendo però di non poter reggere la galera, perché teme che lo violentino o lo uccidano, Monty si fa pestare da Frank, in modo tale da non presentarsi in carcere con un aspetto troppo "pulito". Scaduta dunque la sua ultima ora da uomo libero, Monty viene caricato in macchina dal padre per essere scortato al penitenziario ma, appena fuori città, quest'ultimo illustra al figlio, attraverso un viaggio onirico in una metaforica "venticinquesima ora del giorno", la possibilità di darsi alla macchia e rifarsi una nuova identità in qualche luogo remoto, mettendo su famiglia con Naturelle ed avendo finalmente una vita onesta "come sarebbe dovuta essere". Il sogno è destinato tuttavia ad infrangersi e Monty non può fare altro che accettare il compiersi della propria sorte.

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