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MA CHE COLPA ABBIAMO NOI

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Otto persone frequentano lo stesso gruppo psicoterapico tenuto da un'analista ormai anziana. Durante una seduta, la professionista, immobile e in silenzio nella conduzione del gruppo, muore per arresto cardiaco: gli otto se ne accorgono solo quando, interpellata, non risponde.

Il gruppo decide allora di proseguire l'esperienza con un altro terapeuta. La ricerca risulta tuttavia infruttuosa perché quelli scelti, dopo una serrata consultazione fra i sette partecipanti rimasti, si rivelano non adatti. I sette decidono allora di cimentarsi in una sorta di "autogestione" della terapia di gruppo, che verrà condotta a turno nelle case dei partecipanti.

Il gruppo, così condotto, non riesce a portare beneficio a nessuno dei partecipanti e alcuni ritengono, addirittura, di essere peggiorati. Solo Marco ha la possibilità di rivelare a Chiara, e al gruppo, di essere lì per lei e di non soffrire di nessun disturbo, anche se la ragazza lo respinge decisamente. I sette decidono di sciogliere il gruppo e interrompere l'autogestione fallimentare. Così si perdono di vista per quattro mesi per poi ritrovarsi nel momento in cui apprendono che Alfredo, l'unico del gruppo che sentendosi guarito non aveva aderito all'autogestione, si è suicidato. Questo nuovo incontro, che porterà il gruppo a una rimpatriata in un casale di campagna, permetterà a Marco e Chiara di iniziare la loro storia d'amore mentre Gabriella e Luca vincono i loro tabù finendo a letto insieme. Flavia ed Ernesto avevano già dato una svolta alla propria vita, la prima lasciando l'inaffidabile Aldo e il secondo facendosi perdonare dalla moglie. Gegè è l'ultimo a dover superare le proprie fobie e ci riesce decidendo di lasciare la bella Daria, che a sua insaputa se n'era già andata, per tornare in fabbrica dal padre e mandarlo forzatamente in pensione.

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