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MUNICH

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Monaco di Baviera, sede delle Olimpiadi estive del 1972. Sono le prime ore del 5 settembre. Un gruppo di otto palestinesi dall'aria sospetta, con indosso tute sportive e borsoni in mano, scavalca un'alta staccionata che cinge il villaggio olimpico. Il gruppo si ferma nel giardino e si cambia i vestiti, togliendosi quello che era effettivamente un travestimento per eludere ogni sorveglianza. Dopo essere riuscito a penetrare all'interno di un edificio, armato di mitra, il commando sfonda la porta delle residenze in cui dormono gli atleti israeliani: 11 di essi vengono aggrediti, 2 subito uccisi e gli altri 9 presi in ostaggio.

Eric Bana al Tribeca Film Festival nel 2009

L'attenzione globale di radio e televisione segue il primo assalto terroristico dell'era mediatica, che si scopre compiuto dall'organizzazione palestinese Settembre Nero come rivalsa su Israele.

Mentre i popoli di tutto il mondo stanno col fiato sospeso, nell'incertezza sul destino degli ostaggi (alla fine anche i restanti 9 rimarranno uccisi, così come 5 terroristi e un poliziotto tedesco-occidentale), il primo ministro israeliano Golda Meir decide di vendicare i primi ebrei assassinati in terra tedesca dai tempi dello Shoah e incarica così i vertici del Mossad di dare inizio alla missione in codice denominata "operazione Ira di Dio", al fine di eliminare fisicamente - nelle principali città d'Europa e del Vicino Oriente - 11 alti esponenti palestinesi che si ritengono in qualche modo implicati nell'attentato come organizzatori e mandanti. Golda Meir convince un riluttante ufficiale del Mossad, Avner Kaufmann, a presiedere il commando che dovrà recarsi in diverse città d'Europa per stanare ed eliminare i terroristi arabi; il gruppo è composto, oltre che da Avner, da Steve, Carl, Robert e Hans.

La squadra si reca così dapprima a Roma, poi a Parigi, tuttavia di fronte agli omicidi di Stato la CIA ed il KGB finiscono col reagire intervenendo contro il Mossad, cioè Avner e i suoi uomini, alcuni dei quali vengono perciò eliminati (Carl, Robert e Hans).

Cresce intanto in Avner in particolare il dubbio che gli eliminati abbiano in effetti avuto qualcosa a che vedere con i fatti di Monaco 1972. Avner infatti comincia a sospettare che il suo gruppo (ormai ridotto da cinque agenti speciali a due) sia stato utilizzato strumentalmente in un complicato gioco di pedine tra opinione pubblica israeliana, fazioni palestinesi e controspionaggio internazionale. Solo alla fine, fatto ritorno in Israele con Steve dopo aver eliminato 6 palestinesi su 11, e dopo aver cercato di spiegare ai vertici del Mossad che, appena loro uccidono un obiettivo, questo è subito sostituito da qualcun altro, scoprirà che il cieco amore verso il proprio Paese in nome di un fanatico ideale politico gli ha fatto tradire e smarrire il senso di una più alta giustizia, rendendolo non molto dissimile dagli assassini di Monaco, e che il vero amore è quello che si riserva alla propria famiglia e ai propri cari.

Il film infatti finisce con la scena in cui Avner (sposato e con una figlia) ritrova la moglie negli Stati Uniti e torna ad avere con lei un rapporto sessuale, mentre nel frattempo vengono mostrate le immagini della conclusione dei fatti di Monaco, con l'uccisione dei restanti 9 atleti all'aeroporto. In un ultimo dialogo con Ephraim, anch'egli membro del Mossad, Avner trova conferma che le persone che ha contribuito a uccidere probabilmente non erano responsabili di quanto accaduto. Al termine del dialogo Avner si allontana sullo sfondo di una New York ancora caratterizzata dalla presenza delle Torri Gemelle: il protagonista sembra voltarsi nella loro direzione, come un presagio di quello che accadrà alcuni anni dopo.

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