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SEVEN

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Il detective William Somerset è un anziano poliziotto, disilluso dal tasso di violenza e degrado sempre più in crescita nella città in cui vive. Somerset, a cui manca una settimana per andare in pensione, viene affiancato dal giovane David Mills, destinato a sostituirlo. Tra i due, per le profonde differenze di carattere, all'inizio non corre buon sangue. Quando i due detective sono chiamati sulla scena di un efferato delitto, che ha come vittima un uomo obeso che è stato costretto a mangiare oltre misura fino alla morte, Somerset intuisce dalle caratteristiche del delitto di trovarsi di fronte a un caso fuori dall'ordinario e vorrebbe rinunciare a occuparsene.

Il giorno seguente, l'avvocato Eli Gould, noto per aver difeso criminali e truffatori d'ogni genere, viene ritrovato morto e mutilato all'interno del suo studio. A causa della riluttanza di Somerset a condurre il caso, l'esame della scena del crimine viene così affidato a David che sul pavimento rileva la parola "avarizia", scritta con il sangue. Non sembrano esserci collegamenti tra i due delitti, ma Somerset è convinto che l'assassino sia lo stesso e che continuerà a uccidere. Tornato così nuovamente sul luogo del primo delitto scopre dietro a un frigorifero la scritta "gola", scritta questa volta con il grasso. A quel punto Somerset deduce che l'assassino sta punendo con la morte i colpevoli dei sette peccati capitali.

In seguito, Somerset viene invitato a cena da Tracy, la moglie del giovane detective, con la speranza che i due colleghi possano conoscersi meglio. Dopo cena, i due, analizzando le foto dell'omicidio di Eli Gould, ne trovano una che ritrae sua moglie con gli occhi cerchiati col sangue come a indicare che ha visto qualcosa o, meglio, che non ha ancora visto qualcosa che dovrebbe vedere. Dopo averla incontrata e averle mostrato le foto, la donna nota che sul luogo del delitto uno dei dipinti è stato appeso al contrario. Sul muro dietro al quadro trovano delle impronte digitali: corrispondono a Victor, un degenerato spacciatore accusato di diversi crimini e per questo più volte arrestato e incriminato. I detective quindi, credendo che si tratti del colpevole dei precedenti omicidi, si recano nell'appartamento di Victor, scoprendo che l'uomo in realtà è stato ridotto a uno scheletro per essere stato nutrito al minimo e costretto all'immobilità in un letto per un intero anno e quindi è ormai in fin di vita. Sopra il letto compare in grande la scritta dell'assassino che lo accusa di "accidia".

Dopo aver contattato un agente dell'FBI, Somerset ottiene una lista riservata di persone che hanno preso in prestito dalle varie biblioteche libri sui peccati capitali, sulle opere riguardanti Paradiso, Purgatorio e Inferno, sull'espiazione stessa dei peccati; dalla lista emerge il nome di un certo John Doe, che ha preso in prestito la Commedia di Dante.[2] Mentre i due detective bussano invano alla porta di casa del sospetto assassino arriva un individuo che alla vista dei due, estrae una pistola e tenta di ucciderli. I due rincorrono l'uomo, ma Somerset non riesce a stargli dietro. Mills, dopo un lungo inseguimento, viene colpito a tradimento dall'assassino, il quale, dopo avergli puntato la pistola alla tempia, lo risparmia e va via.

Dopo il fallito inseguimento, Somerset e Mills entrano nell'appartamento trovando diverse foto che ritraggono le sue vittime, tra le quali spicca una donna dai capelli biondi. Mentre indagano su dove possa essersi nascosto John Doe, Mills e Somerset ricevono la notizia di un ulteriore delitto: una donna dai capelli biondi, una prostituta che è morta dopo un rapporto sessuale con un uomo che è stato costretto a violentarla indossando uno strumento lacerante; sulla porta della stanza vi è incisa infatti la scritta "lussuria". Dopo le dichiarazioni dell'uomo quasi impazzito per essere stato costretto da John Doe a violentare e uccidere la donna, il giorno seguente una modella che si è occupata maniacalmente del proprio aspetto esteriore, viene ritrovata morta, con il volto mutilato, nel proprio letto sopra il quale è stata scritta la parola "superbia", quinto peccato capitale a essere punito. Affinché il cerchio si chiuda, mancano ormai due peccati capitali, "invidia" e "ira", e perciò una sesta e una settima vittima.

Inaspettatamente, lo stesso John Doe si consegna alla polizia e, poiché è tutto insanguinato, si pensa che abbia commesso anche gli ultimi due omicidi. John si dichiara disposto a indicare il luogo dove si trovano i cadaveri delle vittime a patto che siano Mills e Somerset ad accompagnarlo. Sorvegliati dall'alto da un elicottero della polizia, i tre giungono in un luogo desertico completamente spoglio; in lontananza si vede arrivare un furgone.

Mills rimane a sorvegliare Doe, mentre Somerset ferma il conducente che gli consegna un pacco misterioso: l'anziano detective lo apre con cautela notando macchie di sangue e, dopo aver visto inorridito il contenuto, corre disperatamente verso Mills gridandogli di non ascoltare John Doe e di gettare immediatamente la pistola. Contemporaneamente il serial killer sta confessando a Mills di aver invidiato la sua vita familiare con la sua bella moglie, Tracy, con cui ha voluto trascorrere una mattinata "giocando a fare il marito" e alla fine uccidendola e tagliandole la testa che Somerset ha trovato nel pacco.

Il piano di Doe viene dunque a galla: lui, colpevole del peccato di invidia, vuole che Mills, in preda all'ira, lo uccida, in modo che tutti i sette peccati capitali vengano così compiuti e puniti. Somerset cerca di convincere Mills a non vendicarsi, ma il giovane detective, sapendo anche dallo stesso assassino che la moglie era incinta, in preda a una irrefrenabile ira, gli spara alla testa. Al tramonto, arriva la polizia che porta via il cadavere e arresta Mills in stato di shock. Nell'ultima scena, Somerset, mentre va via, dice: «Ernest Hemingway una volta ha scritto: Il mondo è un bel posto, e vale la pena di lottare per esso. Condivido la seconda parte».

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