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THE HATEFUL EIGHT
THE HATEFUL EIGHT
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Capitolo uno: L'ultima diligenza per Red Rock
[modifica | modifica wikitesto]Nel 1867, due anni dopo la guerra civile americana, nel paesaggio invernale del Wyoming si fa strada una diligenza mentre una bufera è in arrivo. I passeggeri, il cacciatore di taglie John Ruth e la latitante Daisy Domergue, sono diretti verso la città fittizia di Red Rock, dove l'uomo, soprannominato Il boia per via della sua abitudine di portare vivi fino al patibolo tutti i suoi prigionieri, consegnerà alla giustizia la ricercata, la quale verrà poi impiccata da un boia per una taglia di 10000 $.
Lungo la strada la carrozza, guidata dal cocchiere O.B. Jackson, incontra una vecchia conoscenza di Ruth: il maggiore Marquis Warren, un ex-soldato di colore dell'Unione divenuto un famigerato cacciatore di taglie, colto dalla bufera mentre sta trasportando i cadaveri di tre criminali fino a Red Rock per riscuoterne a sua volta la taglia. Inizialmente John Ruth non vorrebbe prendere a bordo un altro individuo, per paura che questo possa essere in combutta con Domergue e che cerchi di liberarla. Finisce però per dare un passaggio al maggiore, che aveva conosciuto a Chattanooga, il quale è interessato solamente ai cadaveri dei suoi banditi che valgono in tutto 8000 $, a patto che questo lasci le armi al cocchiere. Parlando con Ruth, Warren gli mostra una lettera che lui afferma essere stata scritta a lui dal presidente Abramo Lincoln in persona, suo amico di pennino. Ruth legge la lettera e ne rimane profondamente colpito, mostrando profondo rispetto per Warren.
Capitolo due: Figlio d'un cane
[modifica | modifica wikitesto]Sulla strada per Red Rock la diligenza incontra anche Chris Mannix, un rinnegato del Sud che sostiene di essere stato eletto nuovo sceriffo della città verso la quale il gruppo si dirige. Prima di far salire Mannix a bordo della diligenza, Ruth stringe un patto con Warren: John lo aiuterà fino a quando questi non avrà riscosso la taglia delle sue tre vittime, e in compenso il maggiore farà lo stesso con lui per condurre alla forca la prigioniera.
Mannix, che mal sopporta l'esito finale della guerra di secessione, racconta ai passeggeri il motivo della triste fama di Warren: durante la guerra civile, il maggiore fu catturato e portato in un campo di prigionia sudista, da cui riuscì a evadere incendiandolo. Nell'incendio perirono ben 47 uomini e per questo i confederati misero una cospicua taglia sulla testa di Warren (abolita formalmente dopo la fine della guerra). Tuttavia quest'ultimo, tornato nell'Unione, fu congedato dall'esercito con disonore quando si scoprì che 37 delle vittime erano in realtà prigionieri di guerra nordisti.
Capitolo tre: L'emporio di Minnie
[modifica | modifica wikitesto]Mentre la bufera infuria, i quattro passeggeri e O.B. trovano accoglienza presso il noto emporio di Minnie. Con loro sorpresa, però, non trovano ad attenderli i soliti proprietari, cioè Minnie e suo marito Sweet Dave, bensì quattro facce che non hanno mai visto prima. I quattro sono Bob, un messicano che dice di occuparsi del locale in assenza della proprietaria che a suo dire è partita con il marito per visitare sua madre, il boia cittadino Oswaldo Mobray, il cowboy Joe Gage e l'anziano generale confederato Sanford "Sandy" Smithers.
Ruth cerca di fare subito la conoscenza degli altri ospiti, in modo da poter capire se si può fidare davvero di loro. Warren è apertamente ostile al generale Smithers, avendo assistito alle atrocità perpetrate da quest'ultimo contro la gente di colore durante la guerra. Mannix invece è onorato di trovarsi alla presenza di Smithers, dato che anche suo padre aveva combattuto la guerra di secessione, e il generale era una leggenda per tutti i sudisti.
Nella stalla Warren aiuta il messicano a sistemare i cavalli, e comincia a sospettare che qualcosa non quadri: gli sembra infatti strano che all'interno del locale tutti tengano in testa il proprio cappello (cosa severamente proibita da Minnie). Inoltre, giudica inverosimile il fatto che il particolarmente pigro Sweet Dave e la proprietaria Minnie, persona notoriamente poco sentimentale, abbiano lasciato l'emporio per andare a nord a trovare la madre di lei. Peraltro Warren sostiene di non aver mai sentito parlare di questa madre.
Rientrati anche loro all'interno dell'emporio, cominciano le prime rivalità: il generale non vuole parlare con Warren in quanto persona di colore e suo avversario durante la guerra, mentre Chris vuole proteggere il vecchio combattente dalle molestie di quel "negro insolente". Durante la cena vengono alla luce due rivelazioni, entrambe per bocca di Warren: la prima riguarda la famosa lettera che egli asseriva essergli stata scritta personalmente da Abramo Lincoln; questa in realtà, a detta di Warren, non sarebbe che un foglio da lui falsificato per guadagnarsi il rispetto dei bianchi e farsene beffe. Questo lascia offeso e ferito Ruth, che aveva creduto fermamente all'aneddoto "patriottico".
La seconda rivelazione riguarda il figlio di Smithers, morto misteriosamente anni prima: dopo aver messo una delle sue pistole vicino alla poltrona del vecchio, Warren gli narra di come suo figlio avesse cercato di ucciderlo dopo la guerra per incassarne la taglia. Disarmato e tenuto sotto minaccia da Warren, il giovane aveva pregato di risparmiargli la vita, raccontandogli la storia della sua famiglia e rivelandogli quindi chi fosse il padre. A questo punto, divertito dalla sorte e terribilmente vendicativo, il maggiore lo aveva fatto spogliare completamente e lo aveva costretto a camminare nella gelida neve fino al momento in cui, esanime, il figlio di Smithers non gli aveva chiesto che una coperta. Per concedergli questo "privilegio", Warren lo aveva costretto a praticargli una fellatio, prima di togliergli spietatamente la vita o lasciarlo morire congelato.
Umiliato e infuriato, il generale afferra la pistola posta al suo fianco dal maggiore e tenta di sparargli, ma quest'ultimo riesce ad anticiparlo, sfoderando l'altra pistola e uccidendolo. Ruth, Mobray e perfino Mannix devono concordare sul fatto che, anche se architettato, l'omicidio di Smithers è stato un atto di legittima difesa da parte del maggiore. Il cadavere del vecchio viene quindi portato sul retro dell'emporio e la parentesi viene chiusa.
Capitolo quattro: Domergue ha un segreto
[modifica | modifica wikitesto]Qualcosa è però accaduto mentre Warren provocava Smithers, qualcosa di cui solo Daisy si è accorta: una mano misteriosa ha avvelenato il caffè. O.B. e Ruth sono i primi a bere il caffè e poco dopo subiscono i brutali effetti dell'avvelenamento, che provoca loro conati di vomito e di sangue, sopravvenuti provvidenzialmente nel momento in cui anche Mannix è in procinto di berne un sorso. Il cocchiere muore per primo, mentre Ruth stramazza a terra sopra alla sua prigioniera, colpendola ripetutamente al volto per averlo preso in giro, prima che lei gli afferri la pistola dalla cintura e lo finisca con un colpo in pieno petto.
Warren prende in mano la situazione, puntando le sue pistole contro Bob, Mobray, Gage e Mannix, ordinando loro di rimanere con la faccia rivolta verso il muro, disarmando Daisy e gettando poi la chiave delle manette che la tengono incatenata al cadavere di Ruth nella stufa, impedendole così di liberarsi. Il maggiore, sicuro dell'innocenza di Mannix poiché Mannix stesso aveva quasi bevuto il caffè avvelenato, gli consegna una delle sue pistole. I due investigatori improvvisati, mentre passano in rassegna tutte le teorie del caso, giungono a una conclusione, quella che dapprima avevano creduto essere solo una paranoia da parte di Ruth: almeno uno dei tre superstiti è in combutta con la ragazza, ed è lì per liberarla, subito dopo aver ucciso il cacciatore di taglie. Le uniche due cose che non avevano previsto erano la bufera e che Ruth viaggiasse con altri passeggeri, il che ha complicato non poco il piano.
Mannix punta su Gage, ma Warren è fin troppo insospettito da Bob. Non crede infatti che lui, un messicano (etnia disprezzata dalla proprietaria), sia stato messo da Minnie e Sweet Dave a badare all'emporio, bensì che li abbia uccisi e nascosti da qualche parte per poi fingersi il gestore sostitutivo del posto. L'ispanico ha però un alibi di ferro per quanto riguarda l'avvelenamento del caffè, essendo stato seduto a suonare il pianoforte per tutta la durata del discorso del maggiore a Smithers. Altri due dettagli confermano qualcosa di sospetto: lo stufato, fin troppo buono per essere stato fatto dal maldestro Bob, aveva il tocco di Minnie, che quindi probabilmente lo aveva preparato la mattina stessa, mentre il messicano aveva sostenuto che la donna fosse partita da una settimana, e la poltrona di Sweet Dave, su cui Warren nota una macchia di sangue che qualcuno ha tentato di nascondere. Sicuro della colpevolezza di Bob, il maggiore lo crivella di colpi per poi fargli esplodere il cranio.
Per ottenere una confessione da Mobray o da Gage, Warren minaccia di far bere il resto del caffè avvelenato a Daisy se uno dei due non si deciderà a parlare. A questo punto Gage confessa la sua colpevolezza, risvegliando l'entusiasmo di Mannix, che aveva sospettato fin da subito del cowboy. L'entusiasmo dei due "investigatori" viene però subito spezzato, perché un altro uomo, nascosto in una botola sotto il pavimento, spara ai genitali del maggiore: ciò scatena la reazione improvvisa di Mobray, che recupera un'arma nascosta e spara a Mannix, ferendolo gravemente, ma venendo colpito a sua volta. Gage, disarmato, è l'unico a non essere colpito.
Capitolo cinque: I quattro passeggeri
[modifica | modifica wikitesto]Ore prima, la mattina dello stesso giorno, una diligenza guidata da due amici di Minnie, Ed e Judy, giunge all'emporio con a bordo Mobray, Gage e Bob, insieme con un quarto uomo, Jody. La banda entra all'interno della baita, dove si trovano Minnie, il marito Sweet Dave, seduto sulla sua amata poltrona a giocare a scacchi con il generale Smithers, di sosta all'emporio, e alcuni dipendenti. Dopo una serie di moine e lusinghe, i quattro compiono una strage, uccidendo spietatamente tutti tranne il generale, poiché ritengono che la sua presenza possa rendere molto più credibile lo scenario che vogliono costruire.
Jody si occupa così di spaventarlo, mettendolo in guardia sull'opportunità di provare a parlare e a dire qualcosa in presenza di chi arriverà quella sera, ovvero Ruth. Il generale però mostrerà una forte presenza di spirito, dichiarando il suo totale disinteresse, per quello che sta succedendo, e che tutto quello che accade lì nel Wyoming non gli importa. Jody resta ammirato dalle parole del vecchio e alla fine suggellano l'accordo. La banda, di cui Jody è il capo, sta infatti attendendo che il cacciatore di taglie faccia sosta all'emporio per coglierlo di sorpresa e liberare Daisy, l'amata sorella di Jody. I quattro si disfano dei cadaveri gettandoli nel pozzo e nascondono delle armi in vari punti del locale, poi si preparano e attendono l'arrivo di Ruth e Daisy. Quando giunge la diligenza, Jody si nasconde sotto al pavimento mediante una botola, mentre Bob esce ad accogliere gli ospiti.
Ultimo capitolo: Uomo nero, inferno bianco
[modifica | modifica wikitesto]Si ritorna al presente. Warren è sdraiato sul letto, ferito, e di fianco a lui si trova Mannix, anch'egli ferito. Entrambi perdono sangue, mentre dall'altro lato dell'emporio si trovano Mobray (il cui vero nome è Pete Hicox), in condizioni critiche, Gage (in realtà Grouch Douglas) e Daisy, che giace al suolo ancora legata al cadavere di Ruth. Mannix e Warren intimano a Jody di gettare entrambe le sue pistole e di uscire dal nascondiglio, minacciando di uccidere la sorella. Il giovane esegue quanto richiesto dai due, ma fa appena in tempo a scambiare uno sguardo e poche parole con Daisy che viene ucciso dalla pistola di Warren, che gli sbriciola il cranio.
Scioccata, la donna tenta di convincere Mannix a fare un accordo con lei: potrà prendersi il cadavere di Marco (il vero nome del messicano), portarlo a Red Rock, riscuotere la taglia posta sulla sua testa e diventare sceriffo, mentre lei e gli altri scapperanno verso il Messico con altri quindici membri della banda, che sono in attesa nella cittadina. Questi, nel caso Daisy venisse uccisa, si vendicherebbero su Mannix e il maggiore (che non potrebbero fuggire dall'emporio prima del loro arrivo per via delle ferite e della bufera), per poi mettere a ferro e fuoco la stessa Red Rock. Se vuole partecipare al patto, Mannix dovrà però disfarsi di Warren. Pete a sua volta offre il suo corpo, sapendo di essere destinato a morire per la ferita al ventre. Warren lo fa tacere sparandogli nuovamente, mentre Grouch afferra una pistola nascosta precedentemente sotto il tavolo e tenta di sparare verso i due, che però lo precedono e lo uccidono. A questo punto l'ultima rimasta è Daisy, e il maggiore punta la sua arma verso di lei. Ha però finito le munizioni e gli è quindi impossibile ucciderla. Warren si rivolge così a Mannix chiedendogli di passargli la pistola che gli aveva precedentemente dato; questi però non esegue ciò che gli è stato chiesto e si mette a trattare con Daisy, alzando la sua ricompensa fino a comprendere anche i corpi di Pete e Grouch.
Alzatosi a forza in piedi e recatosi verso di lei, Mannix inaspettatamente rifiuta l'accordo, mostrandosi così un uomo della giustizia fino in fondo e dissipando ogni dubbio sulle sue affermazioni di essere lo sceriffo di Red Rock. Poiché quando il caffè era stato avvelenato, lei non aveva fatto niente per impedire che anche lui lo bevesse, potrebbe aver mentito anche sugli ipotetici quindici ulteriori membri della banda. Stremato dall'emorragia l'uomo cade però a terra svenuto. Daisy non si fa sfuggire l'occasione e amputa con un machete il braccio ammanettato di Ruth, liberandosi e apprestandosi a recuperare una pistola mentre Warren, immobilizzato nel letto, esorta al risveglio l'incosciente Mannix. Questi rinviene all'ultimo momento, sparando alla donna e ferendola. Pronto a finirla, viene fermato da Warren all'ultimo momento: entrambi sono consapevoli che non vivranno ancora a lungo, e Warren, rammentando che Ruth stava conducendo Daisy a Red Rock per condurla viva alla forca, vuole onorare le sue ultime volontà, impiccandola sul posto.
I due uomini, con le ultime forze che hanno, issano di peso la criminale su una delle travi dell'emporio per poi tirare la fune dalla loro parte e condurre la donna sadicamente alla propria fine. Accasciati entrambi sul letto, i due si trovano ad aspettare insieme la morte. Nei loro ultimi attimi Mannix chiede a Warren di fargli vedere la famosa "lettera di Lincoln". Il maggiore acconsente, porgendola al giovane, che la legge con enfasi e ad alta voce. Entrambi si commuovono nel finale della lettera, in cui Lincoln menziona affettuosamente la moglie Mary. Mannix si complimenta con Warren per il tocco di classe finale, e il maggiore lo ringrazia. Infine Mannix appallottola la lettera e la getta via, per poi appoggiarsi privo di forze al letto dove è adagiato Warren, anche lui ormai quasi esanime.
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