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THE INTERPRETER - COPERTINA CARTONATA

THE INTERPRETER - COPERTINA CARTONATA

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Silvia Broome è un'interprete. Cresciuta nella Repubblica Democratica di Matobo, nel continente africano, lavora oggi presso l'ufficio delle Nazioni Unite a New York. Proprio l'ONU sta valutando l'incriminazione di Edmond Zuwanie, presidente del Matobo, il quale è atteso per un discorso all'Assemblea generale, in un tentativo disperato di mettere fine alle accuse mosse contro di lui dalla Corte penale internazionale; la repubblica che governa è de facto, da oltre vent'anni, un regime militare tristemente noto per la sua crudele politica di pulizia etnica.

La sala dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite a New York. The Interpreter è il primo film ad aver avuto il permesso di girare delle sequenze all'interno del palazzo di vetro.[1]

Un giorno, all'interno del palazzo di vetro, Silvia ascolta del tutto casualmente una strana conversazione, in cui delle misteriose persone parlano di un complotto e di un tentativo d'assassinio; non ha tempo di udire altro, fuggendo di corsa quando uno di questi avverte la sua presenza. Il giorno successivo, la donna riconosce le parole e scopre che l'obiettivo è proprio Zuwanie.

Silvia decide di denunciare la cosa, sicché due agenti del servizio segreto statunitense, Tobin Keller e Dot Woods, vengono chiamati a indagare nonché a proteggere lo stesso Zuwanie. Keller, da poco vedovo, scopre varie cose di Silvia: in passato, lei è stata coinvolta in un gruppo di guerriglieri della resistenza matobana, e i suoi genitori e sua sorella sono stati uccisi da alcuni uomini di Zuwanie. L'agente decide di proteggere la donna in prima persona, instaurando con lei un profondo legame.

Nei giorni seguenti Silvia scopre che anche suo fratello Simon, l'ultimo suo parente, è stato ucciso in Matobo mentre si stava prodigando per organizzare un incontro tra i maggiori oppositori al regime dittatoriale di Zuwanie. Il presunto assassino, a lui legato, viene scoperto mentre lo stesso presidente è nel bel mezzo del suo discorso all'Assemblea. Con uno stratagemma, la donna riesce a trovarsi faccia a faccia con Zuwanie, intenzionata a ucciderlo; il provvidenziale arrivo di Keller — che ha capito come l'attentato sia in realtà una messinscena creata da Zuwanie per acquisire credibilità internazionale — riesce a far desistere la donna. Il presidente viene quindi messo sotto accusa mentre Silvia, espulsa dagli Stati Uniti d'America a seguito dei fatti accaduti all'interno del palazzo di vetro, lascia New York per ritornare a casa in Africa.

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